Alcuni anni fa, comprai questo libro ma non riuscii a leggerlo subito e questo rinvio fu fatale: nel corso degli anni dalla sua uscita sul mercato italiano, ho udito o letto troppi giudizi contrastanti, smaccatamente tendenti al negativo, per sentirmi interessata ad iniziarne la lettura.
Qualche tempo fa, ho visto il film, sulla spinta dei troppi commenti sul fatto che pare essere l'eccezione alla regola secondo la quale un libro è sempre e comunque migliore del film che ne viene tratto. Il film mi è parso una piacevole commedia senza infamia e senza lode, proprio come avevo letto/sentito, in cui, però, Jane Austen non è particolarmente presente. In breve, non ha compiuto l'impresa di invitarmi a passare al romanzo.
Dunque, ho sempre lasciato questo libro a oziare nella mia libreria senza alcun rimpianto, limitandomi a spolverarlo periodicamente con tutto il rispetto dovuto ad un libro, ammirandone la copertina, davvero azzeccata, ed il titolo, assolutamente invidiabile.
E no, non è mai servito a nulla blandirmi con il fatto che una delle protagoniste si chiami come me e che l'autrice sia omonima dello sfortunato fidanzato di Cassandra Austen.
Qualche settimana fa, però, una gentile frequentatrice dei miei tè delle cinque, Teresa, mi ha chiesto se non lo avessi mai letto, aggiungendo alcune domande specifiche.
Improvvisamente, a conferma dell'altra regola aurea dei bibliomani per cui è il libro a chiamarti e non tu a sceglierlo, ho sentito la sveglia: con decisione, sono andata a recuperarlo dal suo oblio nell'angolo meno raggiungibile del mio altarino austeniano e l'ho aperto. Per leggerlo. Con molto interesse, per giunta, curiosa di vedere come avrei vissuto questa esperienza libresca e desiderosa di colmare quella che, adesso me ne rendo conto, era un piccola lacuna nella conoscenza del vasto mondo del fenomeno Jane Austen.
Ma, ahimé, l'esito finale non si discosta molto dall'opinione più diffusa. Ecco perché.
Di cosa parla?
Un gruppo di 5 amiche di varie età decidono di riunirsi in un gruppo di lettura dei romanzi canonici di Jane Austen per aiutare una di loro, Sylvia, appena lasciata dal marito (dopo decenni di matrimonio e una selva di figli) per una donna più giovane e più indipendente. Per fare 6 (come i romanzi canonici) l'organizzatrice Jocelyn, grande amica di Sylvia, invita un giovane che ha conosciuto da poco, Grigg, e che diventa l'unico apporto maschile al gruppo.
Come sinossi, è meravigliosa. E' esattamente ciò che farei io se solo avessi amiche Janeite come me nella mia città. Fa venire l'acquolina in bocca: sì, le vedo, queste gentili dame, in compagnia dell'unico gentiluomo, lasciarsi andare a parlare di Jane Austen, proprio come faccio io in modo virtuale nei miei tè delle cinque sulla blogosfera!
L'edizione originale |
Il romanzo si dà una struttura molto rigorosa: è diviso in 6 capitoli, proprio come i romanzi canonici austeniani, a cui si aggiungono un prologo ed un epilogo; ogni capitolo ha un titolo preciso che è una vera dichiarazione d'intenti perché annuncia che "ci riuniamo a casa del tale personaggio a discutere del tale romanzo".
Le aspettative nel lettore nascono spontanee (soprattutto se gli occhi che scorrono cotanto titolo appartengono ad una austeniana sfegatata come me) e mi aspetto che l'impronta data in modo così preciso al capitolo venga pienamente soddisfatta da ciò che leggo di seguito. Invece, viene completamente disattesa.
I 6 attori protagonisti del film JA Book Club |
Purtroppo, non c'è alcuna corrispondenza tra il romanzo oggetto del capitolo e il personaggio che ospita il gruppo e a cui è affidata la trattazione del romanzo. L'assonanza tra i protagonisti del libro e le eroine austeniane è solo accennata risultando troppo schematica e superficiale.
E le vicende narrate, peraltro piuttosto banali, sembrano del tutto slegate dal filo conduttore del romanzo, per nulla funzionali alla trama (che di fatto non c'è) e ben poco alla caratterizzazione dei personaggi.
In breve, l'impressione immediata è che l'autrice abbia scritto dei racconti indipendenti tra loro ma di vaga ispirazione austeniana ed abbia tentato di metterli insieme con un filo conduttore accattivante. Ma il risultato è noioso, disordinato, quasi senza capo né coda.
La locandina del film |
Certo, è interessante proprio questo: le vite dei 6 sono magicamente riunite grazie Jane Austen e i loro destini ne vengono in qualche modo influenzati.
Rendendomi conto di ciò, ho avuto un breve scatto di rabbia libresca: l'idea è ottima, originale, davvero accattivante ma viene trattata male. Ecco, mi sono detta, l'ennesima ottima occasione sprecata.
Ci sono addirittura alcuni peccati mortali austeniani che non possono essere perdonati, soprattutto perché gettano un'ombra sulla reale conoscenza delle opere di Jane Austen da parte dell'autrice.
Ci sono addirittura alcuni peccati mortali austeniani che non possono essere perdonati, soprattutto perché gettano un'ombra sulla reale conoscenza delle opere di Jane Austen da parte dell'autrice.
Ad esempio, dice apertamente che il gruppo di lettura credeva che il romanzo I Misteri di Udolpho non esistesse nemmeno. Orrore!
Grigg (Hugh Dancy) |
E poi le signore del gruppo denigrano apertamente i gusti dell'unico gentiluomo, Grigg, che apprezza la letteratura fantascientifica. No, una vera Janeite non si permetterebbe mai di compiere un atto così meschino: non denigra nessuno per i suoi gusti letterari perché sa, proprio grazie a Jane Austen, quanto la lettura sia un valore, indipendentemente dal genere che si preferisce.
Non è forse stata Jane stessa un'appassionata denigratrice del romanzo gotico? Eppure non solo lo leggeva insieme ai suoi familiari ma gli ha pure dedicato un romanzo, Northanger Abbey, splendida parodia del genere.
Se si ha la pazienza di arrivare al capitolo 4, dedicato proprio al piccolo gioiellino gotico di Miss Austen, il libro sembra cominciare a prendere forma. Purtroppo, segue il capitolo 5, dedicato a Orgoglio e Pregiudizio, dove c'è un trionfo dello scollamento tra quanto viene raccontato e il filo conduttore del romanzo.
Ma ecco l'ultimo capitolo, il 6, dedicato a Persuasione. Finalmente il libro assume la sua fisionomia, è piacevole, le storie dei personaggi sono davvero intrecciate con il romanzo austeniano, ci sono vere riflessioni, tutti gli elementi si mescolano con coerenza. Si parla di più di Jane Austen qui che non nel resto del libro.
E non è un caso che le mie sottolineature (appartengo alla schiera dei lettori sottolineatori che costellano le pagine di segni grafici, parole o frasi, e naturalmente sottolineature) sono quasi inesistenti nelle prime 200 pagine e improvvisamente fioriscono nelle ultime 100...
E non è un caso che le mie sottolineature (appartengo alla schiera dei lettori sottolineatori che costellano le pagine di segni grafici, parole o frasi, e naturalmente sottolineature) sono quasi inesistenti nelle prime 200 pagine e improvvisamente fioriscono nelle ultime 100...
Ed è un peccato perché siamo alla fine.
Però c'è una buona intuizione: una Guida alla lettura.Che inizia male, con i riassunti dei romanzi. Chi non li ha mai letti o ne ha letti solo alcuni, e incappa in questa Guida, si perde il piacere della scoperta. Gravissimo peccato mortale austeniano!
Ma poi si passa aLe Reazioni, una raccolta delle opinioni su JA e i suoi romanzi. Si inizia con quelle che la stessa Jane annotò su Emma e Mansfield Park, che troviamo solitamente incluse con altre opere. Poi seguono quelle di grandi della letteratura che nel corso di questi due secoli hanno scritto su JA e i suoi romanzi. E questo è un punto a favore dell'autrice.
Tutto negativo, a parte questa Guida finale?
No. Qua e là ci sono sprazzi piacevoli: da non perdere nel capitolo 6 il regalo di compleanno che riceve Sylvia e che ha un nome che è tutto un programma, "Chiedi alla Austen", una "palla 8 magica" in cui le 20 risposte standard sono sostituite da Allegra, figlia di Sylvia, con frasi tratte dai romanzi.
Un esempio di palla 8 magica standard |
Un regalo che davvero vorrei ricevere anch'io!
Un esempio di risposta. Immaginate di trovarci una frase di Jane Austen! |
Per quanto possa sembrare lapalissiano e persino banale, questi momenti piacevoli coincidono proprio con l'entrata in scena di lei, Jane Austen. Peccato che venga chiamata in causa pochissimo.
(il che mi ricorda un altro libro, Sognando Jane Austen a Baghdad: Jane viene citata 1 volta sola e non c'è alcun riferimento diretto o indiretto in quasi 400 pagine).
In definitiva,Jane Austen Book Clubè un libro con un bellissimo titolo, pieno di promesse non mantenute e con due soli capitoli azzeccati.
Può sembrare clamoroso ma davvero è meglio il film tratto da questo libro.
Può sembrare clamoroso ma davvero è meglio il film tratto da questo libro.
Sono troppo cattiva?... In realtà, sono molto delusa perché, come dicevo, mi sembra un'ottima occasione sprecata malamente. Un vero peccato.
Link Utili:
- le Opinioni su Emma e su Mansfield Park in italiano e in originale, su jausten.it- che cosè la palla 8 magica su Wikipedia IT e Wikipedia EN
- che cos'è What Would Jane Do? (che cosa farebbe Jane)