Ho scoperto questo libriccino - minuscolo ma densissimo - del tutto per caso, passeggiando nella blogosfera alla ricerca di tracce sull'adattamento televisivo BBC di Pride & Prejudice che Fay Weldon sceneggiò nel 1979 (andato in onda nel gennaio del 1980).
(per tutti i dettagli in merito, si veda il post: (Ri)Scoprire Pride & Prejudice BBC 1980)
(per tutti i dettagli in merito, si veda il post: (Ri)Scoprire Pride & Prejudice BBC 1980)
Minuscolo è un aggettivo forse adatto alle sue dimensioni (e anche al fatto che è tra i lavori meno conosciuti di Mrs Weldon) ma non certo alla sua qualità: la sua portata in termini di sollecitazione delle nostre celluline grigie, infatti, è inversamente proporzionale alle sue dimensioni ridotte.
E non si limita all'argomento principale, cioè Jane Austen.
Intendiamoci: non c'è nessuna grandiosa rivelazione ma è un lussuosissimo, frizzante, talvolta commovente e di certo sempre originale spunto per la riflessione su ciò che, in quanto Janeite, amiamo di più: Jane Austen e le letteratura.
E che per questo io consiglierei vivamente anche a coloro che di Jane Austen non hanno mai sentito (anche volutamente...) parlare.
Fay Weldon, opportunamente ritratta tra i libri |
Si tratta di un saggio in forma epistolare, evidentemente ispirato dalle lettere che la stessa Jane scrisse alla nipote Anna Austen Lefroy, commentando la sua aspirazione ad essere anch'ella scrittrice.
Si tratta di 16 lettere che Aunt Fay scrive alla nipote Alice, presumibilmente una figura inventata poiché non mi risultano nipoti di Fay Weldon con questo nome - un nome però assai eloquente, non trovate?, perché ci ricorda quell'Alice nel paese delle meraviglie che intraprende un viaggio alla ricerca di se stessa e del significato della vita... Anche questa Alice ha il suo "paese delle meraviglie", ancora non lo sa ma ci penserà Aunt Fay a farglielo scoprire.
Tutto parte dalla lettera in cui Alice, studentessa diciottenne aspirante scrittrice, si lamenta con cotanta Zia di dover studiare Jane Austen, che ritiene noiosa e del tutto inutile.
(Uh, ho fortissimo il sospetto che questa sia la cristallizzazione di una miriade di frasi sentite o lette nelle numerose lezioni, conferenze, presentazioni tenute da Mrs Weldon...)
L'espediente delle lettere è indovinatissimo perché il taglio è più colloquiale e permette all'Autrice di vagare senza remore nei meandri dei propri pensieri.
Forse, questo può spiazzare chi legge: il libro non segue alcuna trama, alcun filo logico, apparentemente; parte, viaggia qua e là e poi si ferma. E anche all'interno delle lettere, dei paragrafi, delle singole frasi, parte, viaggia, e ritorna... Sembra quasi un flusso di coscienza in forma epistolare.
Ma nel frattempo ha raccolto molte riflessioni e suggestioni apparentemente poco coerenti e del tutto slegate da Jane Austen e invece pertinentissime.
In questo suo girovagare, Fay Weldon parte da Jane Austen per raccontare il suo punto di vista sul mestiere di scrivere, sul mondo dell'editoria, e sulla funzione sociale ed etica della letteratura, nonché sull'esperienza favolosa della lettura che porta noi, lettori, a fare quattro passi nella City of Invention (dove ogni scrittore e ogni genere letterario ha la propria casa), il paese delle meraviglie che Alice imparerà presto a conoscere ed amare.
Sì, ci sono innumerevoli e imperdibili riflessioni sull'opera austeniana - moltissime su Mansfield Park e Emma, e persino su Northanger Abbey o Lady Susan, un po' meno su Pride and Prejudice e Persuasion e praticamente nulla su Sense and Sensibility...
(Aunt Fay ha le sue opinioni e in una lettera, così privata, così informale, può permettersi di dire ciò che vuole!)
(Aunt Fay ha le sue opinioni e in una lettera, così privata, così informale, può permettersi di dire ciò che vuole!)
...ed anche sulla vita di Jane e sui sacrifici che ha affrontato per conservarsi il diritto di scegliere di continuare a leggere e scrivere, nonché sul rapporto difficile con la madre (e l'influenza che ciò ha avuto sulla sua scrittura), fino a formulare ipotesi sul perché Jane non si sia sposata...
...e ancora, da qui, ecco Fay Weldon riflettere sulla vita delle donne a quei tempi (sì, decisamente, c'è un'eco della Stanza tutta per sé di Virginia Woolf!), e ripetere a questa fantomatica Alice "Quanto sei fortunata!" come un mantra propiziatorio della sua autodeterminaizione affinché metta a profitto ciò che le donne di oggi hanno ottenuto anche grazie al paziente, durissimo lavoro di donne del passato come Jane (per di più ricordando ad Alice di rispettare e onorare il lavoro di casa, per la fatica e le frustrazioni millenarie che racchiude...)... La scrittura di Jane Austen (e di tutte le donne scrittrici) diventa un piccolo miracolo guadagnato con le unghie e con i denti.
...e ancora, da qui, ecco Fay Weldon riflettere sulla vita delle donne a quei tempi (sì, decisamente, c'è un'eco della Stanza tutta per sé di Virginia Woolf!), e ripetere a questa fantomatica Alice "Quanto sei fortunata!" come un mantra propiziatorio della sua autodeterminaizione affinché metta a profitto ciò che le donne di oggi hanno ottenuto anche grazie al paziente, durissimo lavoro di donne del passato come Jane (per di più ricordando ad Alice di rispettare e onorare il lavoro di casa, per la fatica e le frustrazioni millenarie che racchiude...)... La scrittura di Jane Austen (e di tutte le donne scrittrici) diventa un piccolo miracolo guadagnato con le unghie e con i denti.
Ma soprattutto, questo saggio in forma di lettere contiene una grande dichiarazione d'amore per il mestiere di scrivere, ritenuto una vera e propria missione, con un ruolo sociale e morale di massima importanza, purtroppo messa a dura prova dalla spinta troppo commerciale del mercato dell'editoria, assai spesso dimentico dell'altra spinta, quella alla qualità di ciò che si pubblica.
In breve, Aunt Fay impartisce, a noi come alla sua ingenua ma appassionata nipote, una piacevolissima ed indimenticabile lezione di vita tra Jane Austen e Letteratura, in 16 lettere.
In breve, Aunt Fay impartisce, a noi come alla sua ingenua ma appassionata nipote, una piacevolissima ed indimenticabile lezione di vita tra Jane Austen e Letteratura, in 16 lettere.
E' un tale piacere lasciarsi trascinare in queste riflessioni, non solo austeniane, dalla prosa vivace di Fay Weldon che non aggiungerò altro a questo breve tè delle cinque se non l'invito a visitare anche questa stanza della casa di Mrs Weldon nella City of Invention dove abitiamo noi tutti, Lettori Insaziabili, nonché Janeite.
Fay Weldon - Letters to Alice on first reading Jane Austen
Brossura, 160 pagine
Editore: Sceptre (6 maggio 1993)
Lingua: Inglese (purtroppo, non è disponibile alcuna traduzione in italiano)
ISBN: 9780340589373
Fay Weldon - Letters to Alice on first reading Jane Austen
Brossura, 160 pagine
Editore: Sceptre (6 maggio 1993)
Lingua: Inglese (purtroppo, non è disponibile alcuna traduzione in italiano)
ISBN: 9780340589373
Nota: ci sono molte diverse edizioni di questo libro, come mostrano le copertine che ho inserito nel post; qui indico quella che ho il piacere di ospitare nella mia libreria.