È uscita un'edizione di "Orgoglio e Pregiudizio" a cura della casa editrice xedizioni che offre agli appassionati la possibilità di rileggere la prima versione italiana del romanzo, pubblicata da Mondadori nel 1932 con il titolo "Orgoglio e Prevenzione" e la traduzione di Giulio Caprin.
È una verità universalmente riconosciuta che Pride and Prejudice abbia la straordinaria capacità di restare del tutto inalterato persino quando viene strapazzato e snaturato. La mia esperienza personale lo conferma senza alcun dubbio: scoprii Jane Austen grazie a Orgoglio e Pregiudizio, film del 1940, che mi folgorò a tal punto da farmi divorare il romanzo, che trovai poco tempo dopo quella visione in un'edizione Mondadori del 1986.
Leggendo il libro, mi resi conto che il film si era concesso una quatità incommensurabile di licenze cinematografiche sull'originale di Jane Austen ma aveva comunque conservato qualcosa - la sua brillantezza, l'ironia diffusa, la levità intelligente con cui la protagonista affonta qualunque tenzone sociale, il divertimento rutilante di una scena costantemente affollata di personaggi notevoli.
Ancora, leggendo il libro avevo sorriso di fronte alle scelte stilistiche d'altri tempi e ai nomi propri ostinatamente italianizzati (Elisabetta, detta Bettina, le sue sorelle Giovanna, Maria, Caterina, Lidia, e poi Don Guglielmo Lucas e Donna Caterina De Bourgh e tutti gli altri...), ma era la vicenda stessa ad essere d'altri tempi e nella mia giovane mente inesperta avevo finito per accettare questi dettagli come parte integrante dell'atmosfera romanzesca - dettagli che, peraltro, non mi avevano impedito di innamorarmi del romanzo, e della sua autrice. Perdutamente.
Non lo sapevo all'epoca di quella mia Prima Lettura, e lo avrei saputo solo dopo qualche anno (e la lettura di altre edizioni): quel libro che avevo divorato in tre giorni e due notti, che mi aveva conquistata nonostante scelte linguistiche che trovavo discutibili, era la ristampa, senza alcuna modifica, della fatidica prima edizione italiana di Pride and Prejudice, tradotto da Giulio Caprin per Mondadori nel 1932 col titolo Orgoglio e Prevenzione. Non solo: fu anche la prima apparizione di un'opera di Jane Austen nel nostro paese.
A Giulio Caprin e alla sua traduzione, dunque, ho imparato a guardare con aria di totale, incondizionato rispetto e gratitudine perché ha introdotto generazioni intere di lettrici e lettori alle opere di Jane Austen ed ha spianato la strada alle pubblicazioni successive. Ma quella che Mondadori usa oggi non è più la stessa traduzione...
Immagine originale del mio primo O&P, ed. Mondadori 1986 |
Dal 1986, anno della mia edizione, nel corso delle ristampe Mondadori ha ritoccato la traduzione di Caprin privandola del suo persistente profumo d'antan (ad esempio riportando il nomi propri all'originale inglese) e svecchiandone lo stile, e di fatto quella che è utilizzata nelle edizioni e ristampe attualmente disponibili è una traduzione diversa.
Immagine originale dell'edizione del 1932 |
Se qualche curioso volesse ritrovare la veste linguistica originale con la quale Miss Austen potè mettere piede in Italia può soddisfare la sua curiosità andando a caccia delle vecchie edizioni nelle bancarelle, nelle librerie antiquarie o nelle vendite di libri usati online - o tuffarsi nel volume che xedizioni ha pubblicato lo scorso mese di maggio e che riproduce fedelmente il testo originario, con tutti i suoi errori di traduzione (si veda, ad esempio, la white soup di Nicholls che diventa la barba bianca di San Nicola), la sua conclamata autarchia linguistica e lo stile d'antan.
Con una sorpresa graditissima: l'introduzione inedita che Giulio Caprin scrisse per un'edizione del 1959. Anche qui non mancano le imprecisioni (ma è bene ricordare che ai suoi tempi la conoscenza dell'autrice e della sua vita era assai limitata) eppure è molto interessante leggere che Jane Austen è "goldoniana", e che il suo può essere considerato un "romanzo domestico", ma anche un "romanzo di costume, familiarmente psicologico", seguendo il ragionamento che si sviluppa per tutta l'introduzione e che parte con questo notevole incipit:
C'è posto in una silloge di grandi opere narranti grandi passioni per un romanzo che può sembrare, superficialmente, un romanzo da signorine?
per approdare ad una promozione su tutta la linea:
Entri dunque in questa biblioteca di forti romanzi e di maschi scrittori stranieri il romanzo della giovinetta inglese a cui le ingenue grazie di un parsonage del Hampshire, alla prima alba del secolo passato, concessero il difficile dono di dire con candida arguzia l'umile suo vero quotidiano. [...] Disraeli, uomo di Stato che avrebbe forse preferito di essere un grande romanziere, si vantava di aver letto Pride and Preudice diciassette volte.
Il tutto è preceduto da una Prefazione di un'appassionata lettrice e studiosa della materia austeniana, P.R. Moore Dewey, già autrice di un derivato che omaggia proprio Orgoglio e Pregiudizio, e del quale abbiamo parlato in questa sala da tè lo scorso anno.
Bentornata, Bettina!
Per saperne di più:
- Quando Pride and Prejudice diventò Orgoglio e Prevenzione, il tè delle cinque su vizi e virtù della prima edizione italiana del capolavoro austeniano
- la pagina di Orgoglio e Prevenzione sul sito della casa editrice xedizioni dove è disponibile un'anteprima del libro
- Pregiudizio e Orgoglio, di P.R. Moore-Dewey, ovvero: la storia di Lizzy vista con gli occhi di Darcy (e Georgiana), il tè delle cinque dedicato al derivato austeniano citato nel post
Greer Garson, Elizabeth Bennet nel film del 1940 |