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Foto di Petra Zari |
Questo tè è in grave ritardo, e me ne scuso fin d'ora con i fedeli frequentatori di questa sala da tè.
Devo recuperare una lacuna lasciata aperta fin dal 2012, quando ho raccontato il mio diario di viaggio nello Hampshire alla ricerca dei momenti e dei luoghi fondamentali nella vita di Jane Austen.
Infatti, quell'anno, dopo i tè dedicati all'imperdibile cottage di Chawton, l'amatissima casa di Jane dove i suoi romanzi hanno preso forma compiuta e conquistato il mondo, il tè successivo preparato a Winchester, è rimasto colpevolmente a metà. Lo abbiamo sorseggiato davanti all'ultima dimora di Jane in College Street, scenario delle sue ultime, sofferte settimane di vita, ma non l'ho mai completato con il racconto sulla tappa successiva, la Cattedrale, che custodisce i suoi resti mortali e gli omaggi al suo eterno ricordo.
Non so perché io abbia esitato così a lungo. Nel corso di questi due anni, ho sempre pensato che il giorno della commemorazione della sua morte, il 18 luglio, fosse l'occasione giusta per ricordare questa esperienza (proprio come accaduto nel 2012, con il tè di College Street), ma un inconscio pudore mi ha frenata anche quest'anno. Forse, a vincermi è stata la consapevolezza che il giorno idoneo per raccontarlo è, semmai, oggi.
Il 24 luglio del 1817, infatti, ebbero luogo il funerale e la sepoltura di Jane nella Cattedrale di Winchester - esattamente due mesi dopo il suo arrivo in città alla ricerca di una cura per la sua malattia...
Di quanto accadde quel giorno abbiamo due testimonianze dirette da chi l'ha vissuto in prima persona: la prima è di Cassandra, l'amata sorella, e la seconda è del nipote James Edward, il suo primo biografo, che quel giorno era "il più giovane dei dolenti". Ed è alle loro parole che la mia mente continuava ad andare mentre mi aggiravo nella Cattedrale durante la mia visita di due anni fa, e che ricorderò anche oggi.
È arrivato il momento. Lasciamoci alle spalle College Street e andiamo verso la vicina Cattedrale, sulla tomba di Jane Austen, per rendere omaggio al suo ingresso nell'eternità.
È il 14 giugno 2012 quando la mia compagna di viaggio, Petra (Miss Claire), ed io varchiamo la soglia della maestosa Cattedrale di Winchester. Da quando siamo arrivate in città qualche ora prima, continuiamo a sottolineare come le condizioni meteorologiche stiano seguendo fedelmente il nostro viaggio in Austenland.
Il giorno precedente, infatti, la gioiosa visita a casa della Zia a Chawton era stata all'insegna di un insperato quanto benvenuto bel tempo, la condizione ottimale per godere appieno della magia del luogo.
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Foto di Petra Zari |
Ma oggi, a Winchester, luogo della fine del suo viaggio su questa Terra, ci accompagnano le nuvole pesanti, la pioggerella insistente, il freddo umido - atmosfera adeguata a una visita come questa, per il raccoglimento e l'omaggio alla memoria di un genio assoluto della cultura mondiale, che per noi, fervide Janeite, è anche una cara amica, una persona frequentata a lungo e con affetto, l'insostituibile, inarrivabile dear aunt Jane.
Mentre pago il biglietto per entrare in Cattedrale, mi tornano in mente le parole di Cassandra rivolte alla nipote Fanny in una lettera del 20 luglio, scritta in College Street a soli due giorni dalla morte di Jane - una delle lettere più commoventi e sincere che mi sia mai capitato di leggere e che ancora oggi, dopo innumerevoli riletture, ha il potere di far affiorare molte lacrime:
Ho perso un tesoro, una Sorella, un'amica che non potrà mai essere superata. - Era la luce della mia vita, rendeva preziosa ogni piccola gioia, alleviava ogni pena, mai le ho nascosto un mio pensiero, ed è come se avessi perduto una parte di me stessa.
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Ritratto di Jane Austen, acquerello eseguito da Cassandra |
No, non vado oltre, penso mentre prendo il mio biglietto, o potrei davvero scoppiare in lacrime come una sciocca sprovveduta - sì, Jane ne riderebbe, e probabilmente mi ricorderebbe gli eccessi emotivi della sua Marianne invitandomi ad essere un po' più come Elinor...
...La quale penserebbe, pur con una certa emozione, ad un passo successivo della lettera a Fanny, in cui le parole di Cassandra fissano per sempre il momento dell'arrivo di Jane nella Cattedrale:
L'ultima mesta cerimonia avrà luogo giovedì mattina, i suoi cari resti saranno deposti nella Cattedrale - per me è una soddisfazione pensare che giaceranno in un Edificio che lei ammirava così tanto - la sua preziosa anima voglio sperare riposi in una Dimora di gran lunga superiore. Possa la mia un giorno riunirsi ad essa. - Il tuo cara Papà, gli Zii Henry e Frank e Edward Austen nelle veci di suo Padre l'accompagneranno. Spero che nessuno di loro soffra troppo a lungo per quel pio dovere. - La cerimonia dovrà terminare prima delle dieci, dato che la funzione nella Cattedrale inizia a quell'ora, quindi saremo a casa presto, poiché da quel momento non ci sarà nulla a trattenerci qui.
Chi legge resterà colpito dal fatto che al funerale mancano le donne di famiglia e che la stessa Cassandra, pur presente in loco, non vi prenda parte. Si tratta di una consuetudine dell'epoca che ammetteva solo la presenza degli uomini di famiglia, e non delle donne, a un funerale. Nemmeno della madre, nemmeno della sorella...
Tanto che viene chiamato un nipote, James Edward, in rappresentanza del proprio padre James, fratello maggiore di Jane e Cassandra, impossibilitato a partecipare.
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Il ritratto di Jane creato per il Memoir del 1869 (datato 1870) |
Sarà questo nipote a scrivere, nel 1869, il Memoir of Jane Austen (Ricordo di Jane Austen), scegliendo proprio questa scena come incipit della biografia.
Più di mezzo secolo è passato da quando io, il più giovane dei dolenti, partecipai al funerale della mia cara zia Jane nella cattedrale di Winchester [...].
Mi giro verso l'abside e non posso fare a meno di restare in contemplazione della magnificenza della visione d'insieme. Poi...
Mi scuso mentalmente con Jane stessa e con tutti gli esperti di arte nonché con coloro che tanto sudarono per erigere nei secoli ogni signolo pezzo di questo luogo. Ma prometto agli esperti e manovali di cui sopra di prendermi poi tutto il tempo per esplorare la cattedrale come si conviene.
Lo prometto, sempre mentalmente, anche alla gentile guida che ci accoglie dopo aver pagato il biglietto. Mi chiede quale sia la mia lingua e, a seguito della mia risposta, ci porge due mini guide in italiano.
Chiedo scusa perché non ho tempo, adesso, per tutta questa magnificenza. Essere consapevole della presenza di Jane mi distrae totalmente. La domanda frulla in testa ossessiva.
Dov'è LEI?....
Eccola! Impossibile non accorgersene... Quando intravvedo il manifesto che segnala i cartelloni dedicati a lei, sento il volto distendersi in un sorriso. È come se avessi visto Jane in persona farmi cenno di avvicinarmi, di là, nella navata sinistra...
...che io, ormai preda di un evidente attacco di Sindrome di Stendhal (esiste, sì, ne sono la prova vivente), raggiungo in due falcate e inizio a percorrere quasi dimentica della mia (santissima!) compagna di viaggio. Ma prima di leggere con attenzione tutti i cartelloni, mi fermo un istante ad osservare il pavimento, a perdita d'occhio...
Mi sembra di averla avvistata! LEI è laggiù, poco distante, alla fine di questi cartelloni sulla sua vita:
Sono fortunata a poterla fotografare così sgombra. In meno di un minuto, alcune persone si affollano intorno. E mi rendo conto, nel corso della nostra visita, che questo è uno dei punti in cui non manca mai qualche gentile visitatore a rendere omaggio alla persona che qui giace.
Anche noi raggiungiamo la tomba.
No, non vi descriverò la grande emozione che si prova, potete ben immaginarla (o ricordarla, se ci siete già stati).
Riporterò soltanto un gesto ed un commento della mia compagna di viaggio che credo sia quanto di più eloquente si possa dire di questo luogo.
Oh, sì, qualcuno mi taccerà di sentimentalismo da tipica Janeite, sempre in bilico tra sciocco fanatismo e sincera e razionale ammirazione, ma non importa...
Petra mi chiede di fotografarla mentre è seduta accanto alla tomba, con una mano appoggiata sul marmo freddissimo.
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Foto di (e con) Petra Zari |
E improvvisamente, in un bisbiglio, mi folgora con un piccolo, geniale, affettuosissimo commento:"Non siamo mai state così vicine alla Zia."
Credo sia proprio questa l'essenza dell'emozione che si prova stando lì.
È come se le sue spoglie fossero più che mai animate e fosse impossibile scindere la Jane viva da quella inerte che da due secoli riposa sotto quella lastra di marmo scuro sul pavimento. Questa donna, così strepitosa tanto nella sua normalità quanto nella sua genialità, è fisicamente qui, a pochi metri dai nostri piedi, pur con quel pochissimo, forse quasi niente, che di lei può rimanere lì sotto! Mai, davvero, mai siamo state così vicine!
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Foto di Petra Zari |
A questo punto - inutile dirvelo... - diventa impossibile andarsene! Prendiamo più tempo per perlustrare attentamente tutto questo angolo. Leggiamo l'iscrizione (voluta dal fratello Henry, l'amato complice delle sue pubblicazioni), dove Jane è elogiata per le sue qualità morali ma non per la sua abilità di scrittrice:
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Foto di Petra Zari |
e fotografiamo ogni singola testimonianza della sua presenza qui, dalla targa di ottone posta alla fine dell'800 grazie ai proventi raccolti dal Memoir of Jane Austen (Ricordo di Jane Austen) del nipote Jame Edward; il testo della targa ricorda che Jane è "conosciuta da molti per i suoi scritti":
alla sontuosa vetrata che ci sovrasta, installata nel 1900 dopo una sottoscrizione popolare (a conferma del successo ormai raggiunto dalle opere di Jane Austen):
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Foto di Petra Zari |
I turisti vanno e vengono... ed il momento di andare deve pure arrivare anche per noi. C'è un'intera, strepitosa cattedrale da scoprire, ricca di preziosi tesori pronti a destare la nostra ammirazione....
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Foto di Petra Zari |
Non vi dirò nulla di questo capolavoro scaturito dall'abilità umana di mettere insieme pietre, legno e sudore per costruire monumenti che sembrano voler sfidare ogni limite fisico e trovare nuove frontiere metafisiche. Posso solo dire che è un luogo meraviglioso, da visitare anche a prescindere da Jane Austen.
Mentre lasciamo la cattedrale dopo questa visita così intensa, ci soffermiamo ancora un minuto (uno soltanto, sul serio) sulla tomba della cara Zia Jane, il tempo di salutarla e dirle arrivederci.
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Illustrazione di Ellen Hill, tratta da "Jane Austen. I luoghi e gli amici" ed. Jo March |
E poi, via, fuori, a rivedere le nuvole e un sorprendente spicchio di sole!
...Oh sì, penso. Questo luogo è davvero meraviglioso - ma anche se lo fosse di meno, varrebbe comunque la pena pagare un biglietto per venire
alla presenza di Jane Austen,
che ci aspetta là, nella sua ultima dimora terrena, quietamente rivolta verso il sorgere del sole, e mai così tanto vicina a noi.
29 luglio 1817, da Cassandra Austen a Fanny Knight, Godmersham
Chawton martedì
Mia carissima Fanny, [...]
Giovedì non è stata per me una giornata terribile come avevi immaginato, c'erano talmente tante cose indispensabili da fare che non c'è stato tempo per ulteriori sofferenze. Tutto è stato condotto con la massima tranquillità, e se non avessi deciso di volerla vedere per l'ultima volta e quindi di stare attenta, non mi sarei accorta di quando hanno lasciato la Casa. Ho osservato la piccola processione dolente per tutta la lunghezza della Strada e quando sono scomparsi alla vista e l'ho perduta per sempre - persino allora non ero sopraffatta, né così agitata come sono ora scrivendone. - Mai essere umano è stato pianto più sinceramente da coloro che ne accompagnavano i resti di questa cara creatura. Possa il dolore con cui è stata separata sulla terra essere un presagio della gioia con la quale sarà accolta in Cielo! [...]
Per saperne di più
- I tè delle cinque con il fotoracconto della mia visita a
Chawton
Nota bibliografica e iconografica
- I brani delle lettere di Jane Austen e del
Memoir of Jane Austen (Ricordo di Jane Austen) sono tratti dalle traduzioni di G. Ierolli su
jausten.it- Le foto, dove segnalato, sono di Petra Zari
La collezionista di dettagli; le altre sono state avventurosamente scattate in loco con il mio cellulare...